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PREMESSA   
Dopo una lunga attesa e molteplici ritardi,ci siamo presi il giusto tempo per poter giocare e assaporare il gioco forse più atteso dell’anno: Cyberpunk 2077.
Ambientato tra le luci e le strade di Night City, abbiamo testato a dovere il gioco sulla console che allo stato attuale risulta la più ottimizzata: Xbox Series X.

Il titolo di CD Projekt RED ha sulle console old-gen (seppur in maniera minore su Xbox rispetto a Playstation) problemi di ottimizzazioni a volte anche gravi.
All’uscita anche sulle console di nuova generazione presentava qualche bug e difetto di ottimizzazione, pertanto abbiamo voluto aspettare a giocarlo prima dell’uscita delle prime patch; soprattutto l’ultima corposa in cui hanno praticamente sistemato quasi tutti i glitch e bug che addirittura potevano compromettere l’andamento del gioco.
Ricordiamo però, che la versione giocata su Xbox SeriesX non è altro che la versione per Xbox OneX leggermente ottimizzata; la versione esclusivamente NEXT GEN non è ancora disponibile e arriverà con una futura patch (si parla addirittura di giugno, luglio).

V E JOHNNY – LA STRANA COPPIA
Fatte le dovute premesse, iniziamo ad immergerci nel mondo di Cyberpunk 2077: il gioco ci vede vestire i panni di V, un cittadino della futuristica metropoli di Night City la cui vita sta per cambiare per sempre in un modo che non avrebbe mai immaginato. Prima di scoprire il nostro destino, però, dobbiamo decidere chi vogliamo essere: pur essendo un RPG, il titolo di CDPR non ci propone un classico sistema di classi ma ci permette di iniziare l’avventura scegliendo tra tre diversi “background”: il Nomade, cresciuto nel deserto ai margini di Night City in un clan tra accampamenti di fortuna in continuo movimento e con una vita dedita al saccheggio, la Vita di Strada, che ci ha visto vivere nei bar tra le bande della città, prostitute e pusher, ed infine il Corporativo, cresciuto in una famiglia ricca ed impiegato presso la più grande corporazione del mondo, l’Arasaka, abituato a trattare le informazioni come valuta e ad avere a che fare con squali di tipo diverso da quelli che popolano le strade della città, ma non meno pericolosi. La scelta del background influenza la prima ora di gioco, con un prologo che ci vede intraprendere una missione nell’ambiente del nostro background, che però finirà male in tutti e tre gli scenari vedendoci separare dal nostro clan/gang/azienda per darci ad una vita di missioni indipendenti col nostro miglior amico, Jackie. Da questo punto in poi i tre background convergono e si iniziano a fare le stesse missioni, ma le nostre origini continueranno a farci compagnia soprattutto durante i dialoghi dove, a seconda del nostro interlocutore, abbiamo a disposizione dei dialoghi aggiuntivi derivanti dalla nostra esperienza passata. Ecco quindi che il Corporativo risulterà più convincente quando parlerà con esponenti del mondo corporativo, mentre se abbiamo scelto Vita da Strada avremo migliori risultati con membri delle gang e prostitute.
Il background non è l’unico modo in cui possiamo plasmare il nostro (o la nostra) V: subito dopo aver fatto questa scelta, ci viene infatti proposto un classico editor del personaggio in cui possiamo decidere sesso, aspetto fisico e caratteristiche iniziali (che influiranno poi sulle alternative a nostra disposizione durante le missioni e nei dialoghi). Qui abbiamo numerose scelte per customizzare il nostro personaggio fino ad arrivare addirittura a scegliere la grandezza degli organi genitali e voce maschile/femminile diversa dal sesso apparente del personaggio (uomo con voce da donna e viceversa), e vi consiglio di dedicare un po’ di tempo nel plasmare il vostro aspetto perché, una volta iniziato il gioco, non c’è modo di cambiare caratteristiche come il taglio di capelli o gli innesti cibernetici facciali.

Una volta creato il nostro personaggio e svolta la parte di storia specifica del nostro background, si aprono una serie di missioni che (noi personalmente ci siamo dedicati anche a quelle secondarie portando comunque via parecchie ore di gioco), ci porteranno al vero cuore della trama di Cyberpunk 2077: l’introduzione di Johnny Silverhand, storico frontman dell’ormai disciolta band Samurai, passato alla storia per un attentato terroristico con una testata nucleare presso la sede Arasaka, occasione in cui perse la vita. Parliamo di quasi 60 anni prima rispetto all’epoca in cui ci troviamo ora, quindi com’è possibile che Johnny sia tornato? Semplice: per motivi che scoprirete nel corso del gioco, un costrutto digitale della mente del famoso rocker finirà nella testa di V, e da quel momento in poi avremo frequenti dialoghi con Johnny vedendolo come una persona reale davanti a noi, scoprendone il passato e cercando di liberarci di questa scomoda presenza, che un po’ alla volta sta corrompendo la nostra stessa psiche mettendo a rischio la nostra sopravvivenza. Questa vicenda, inoltre, si intreccia a filo doppio con un intrigante complotto corporativo che coinvolge i più alti livelli dell’Arasaka, andando a formare l’ossatura della storia principale del gioco.

VIVERE E COMBATTERE A NIGHT CITY
Lo scenario in cui viviamo questa storia, come già detto, è la città di Night City, una metropoli futuristica che richiama molto la struttura di Los Angeles, con una downton piena di grattacieli, un’area costiera che ricorda quella di Santa Monica e lunghi tratti autostradali sopraelevati ad attraversare la città. Nel futuro sovrappopolato di Cyberpunk 2077, però, la città si è sviluppata principalmente in verticale per poter dare alloggio a tutti i cittadini, ed è così che sono nati i “megaedifici”, dei palazzi giganti di decine di piani e che si estendono per l’ampiezza di un intero isolato o più: questi edifici sono una sorta di “città nella città”, ed al loro interno, sui diversi piani, è possibile trovare negozi, nightclub, palestre e persino “dollhouse”, dei bordelli in cui prostitute e gigolò prestano letteralmente il loro corpo a programmi artificiali che gli vengono installati su richiesta, e di cui non ricordano nulla al termine della “prestazione”. Il futuro del 2077 è inoltre dominato dalla presenza di innesti cibernetici, utilizzati sia a scopo estetico (come chi si fa sostituire la pelle con un lucidissimo tegumento plastico) che funzionale, come occhi e braccia potenziati; i più inclini al “netrunning” ossia all’infiltrazione ed hacking di dispositivi tecnologici, possono inoltre installarsi dei Cyberdeck di diversa potenza, innesti cerebrali che gli danno appunto accesso ad una vasta gamma di possibilità di hacking.
Tutto questo è sorretto da una struttura videoludica da RPG open world in prima persona; la città è liberamente esplorabile sia a piedi che a bordo di veicoli e, man mano che ne visitiamo nuovi quartieri, la mappa si riempie di icone con attività da svolgere e missioni disponibili; è’ possibile andare ovunque, ma alcune aree rimangono bloccate finché non svogliamo la relativa quest o non saliamo di livello perché i nemici sarebbero troppo forti per noi, e le missioni, sia quelle principali che le secondarie, si dipanano “organicamente” davanti a noi senza che dobbiamo necessariamente andarle a cercare, grazie a chiamate che riceviamo dai vari personaggi coinvolti. Ovviamente non è obbligatorio svolgere una data missione dopo che siamo stati chiamati, e qualora non la attiviamo subito rimarrà in attesa nel nostro Diario, un classico log delle missioni svolte e da svolgere. Molte missioni secondarie sono collegate tra loro e diventano ovviamente disponibili solo se ne abbiamo fatte altre prime, ma ci sono anche dei contratti che possiamo ottenere presso i Fixer, dei boss della malavita di Night City, che ci vengono proposti in base alla nostra “reputazione di strada”, una sorta di livello parallelo a quello del nostro personaggio che rappresenta la nostra fama e che cresce di missione in missione, dandoci accesso ad opportunità sempre nuove.
Ogni missione è composta da una parte di storia/dialoghi, dove interagiamo con uno o più personaggi mentre apprendiamo lo scopo della missione e la storia di sottofondo utilizzando un sistema a risposte multiple che in alcuni casi può anche influenzare lo svolgimento delle missioni stesse, e la parte di “esecuzione” vera e propria, che consiste generalmente nell’infiltrazione in un’area protetta per recuperare oggetti, informazioni o, più raramente, salvare/prelevare specifici personaggi. Queste sezioni possono essere quasi sempre svolte in maniera diversa: c’è ovviamente l’opzione dell’assalto diretto con armi o in corpo a corpo, ma è possibile anche agire in maniera silenziosa sgattaiolando dietro ai nemici e facendoli fuori senza essere scoperti. L’approccio scelto dipende, oltre alle nostre preferenze, anche al tipo di crescita fatto dal nostro V: man mano che saliamo di livello otteniamo “punti attributo” che possiamo spendere in Intelligenza (usata per l’hacking), Freddezza (usata per lo stealth), Fisico (resistenza e combattimento in corpo a corpo), Riflessi (velocità e abilità con le armi) e Capacità Tecnica (armatura, scassinamento, ecc). Per ognuno di questi potremo poi distribuire una serie di punti abilità per attivare o migliorare delle skill che ci danno accesso a nuove abilità; come in ogni action-RPG che si rispetti, quindi, il modo in cui distribuiremo questi punti influirà nel modo in cui giocheremo. Sul nostro V, ad esempio, abbiamo speso i nostri punti sulle caratteristiche furtive e hacking permettendo quindi un’approccio più stealth alle varie missioni; questo naturalmente è una scelta che spetta al giocatore.
La crescita del nostro personaggio non sta però solo negli attributi ed abilità: anche l’equipaggiamento ed il Cyberware influiscono pesantemente sulle nostre prestazioni in combattimento. Sull’equipaggiamento c’è poco da dire: il titolo ci offre una grande varietà di armi ed accessori d’abbigliamento che possiamo ottenere nel mondo di gioco, dai nemici sconfitti, acquistandoli dai negozianti o perfino creandoli con il sistema di crafting e che ci danno accesso ad una vasta gamma di opzioni d’attacco (pistole, fucili, armi intelligenti a ricerca del bersaglio, armi contundenti, coltelli da lancio, katne) e di difesa, con i capi d’abbigliamento che, oltre a cambiare il nostro look, ci offrono valori d’armatura sempre più alti. La grande novità rispetto ai classici action-RPG sta però nel sistema di Cyberware, ossia gli impianti cibernetici che ci possiamo innestare su tutto il corpo per migliorare la nostra forza, la vista, aumentare riflessi, resistenza e così via; questi impianti sono diventati talmente comuni e facili da installare che vengono applicati dai dei medici urbani, i “Bisturi”, su sedie da dentista in ambienti dalla dubbia asetticità. Una volta recatici presso questi medici, possiamo acquistare del Cyberware aggiuntivo a costi generalmente molto alti, oppure chiedere di installarcene gratuitamente uno che abbiamo ottenuto in missione (evento comunque estremamente raro).
Nel mondo di Cyberpunk 2077 esiste la Cyberpsicosi, una malattia che fa impazzire chi si è installato troppi Cyberware creando i cyberpsicopatici, temibili nemici nel mondo del gioco, ma il nostro V sembra esserne immune, probabilmente per motivi legati alla presenza di Johnny Silverhand nel nostro cervello, e quindi l’unica limitazione all’inst

allazione di nuovi impianti sono gli Eddie a nostra disposizione, la moneta usata in questo mondo futuristico. Tutta l’attrezzatura, Cyberware incluso, presenta livelli di rarità colorati che vanno dal comune/bianco al leggendario/arancione, e che ovviamente ne determinano

la loro efficacia; qualora nel mondo di gioco doveste incontrare oggetti contraddistinti da un’icona di colore blu, viola o arancione (raro, epico, leggendario), non dovreste farveli sfuggire.

Per quanto riguarda l’azione vera e propria, Cyberpunk 2077 riesce a miscelare abilmente un sistema FPS con tanto di sistema di coperture, un buon sistema di combattimenti in corpo a corpo sia con armi da mischia che a mani nude (installate un paio di “braccia da gorilla” come Cyberware e vedrete che non avrete grande bisogno di armi) che prevede l’uso di schivate e parate correttamente temporizzate per sopraffare gli avversari ed un buon sistema stealth che rende i nemici ignari finché non ci vedono, li mette in allerta se trovano un corpo (ed è per questo che possiamo anche occultarli) e li fa attaccare nel momento in cui ci scoprono, dove possiamo utilizzare armi silenziate, coltelli da lancio ed attacchi alle spalle. In tutto questo giocano un ruolo fondamentale, come già accennato, gli hack rapidi ed il Cyberware: possiamo ad esempio far inceppare le armi nemiche, farne surriscaldare gli impianti per causare danni aggiuntivi, spegnerne temporaneamente le ottiche per renderli ciechi o installare sulle nostre braccia il favoloso “Monocavo”, un filo elettrificato che esce dal polso e che possiamo usare come una frusta dalla lunga gittata per falciare i nemici.
I combattimenti risultano in generale piuttosto soddisfacenti: l’IA nemica non ha comportamenti particolarmente complessi ma riesce in genere a darci filo da torcere, soprattutto quando ci sono molti nemici inclusi anche netrunner che cercano di sovraccaricarci, anche se, a livello Normale, avanzando nella storia i combattimenti diventano sempre più facili per via dello potenza sempre maggiore del nostro V; se cercate un buon livello di sfida potreste quindi voler affrontare il gioco a livello Difficile, riservando magari il livello Molto Difficile per una successiva run, oppure aumentare la difficoltà quando iniziate a vedere che i combattimenti diventano troppo semplici, visto che il gioco lo permette.

TRA LE STRADE DI NIGHT CITY: LUCI…
Nell’esperienza di Cyberpunk 2077 tante sono le luci che la fanno brillare rendendola un titolo imperdibile, ma non mancano i lati negativi, indici di uno sviluppo travagliato o quanto meno problematico, probabilmente impattato dalla pandemia che ha completamente stravolto il 2020. Tra i lati positivi si distingue senza dubbio il comparto narrativo del titolo: la storia del gioco, sia quella della trama principale che quella delle molte missioni secondarie, è interessantissima ed in grado di tenerci incollati allo schermo, senza annoiarci, per tantissime ore. I personaggi sono tutti caratterizzati in maniera eccellente e, nelle sequenze di dialogo, mostrano un’espressività rara, tra le migliori mai viste in un videogioco. Non è raro, mentre parliamo con un personaggio, notare dei piccoli cambiamenti nell’espressione (un veloce movimento degli occhi o una contrazione delle sopracciglia o delle labbra) che indicano il suo nervosismo, il suo disappunto o la sua curiosità per quello che stiamo dicendo, rendendolo globalmente più “reale”. Le storie dei vari personaggi sono spesso interessanti quanto quelle di V e Johnny, facendoci appassionare e desiderare di saperne di più; non mancano neanche le storie romantiche, che maturano nel corso di più missioni, così come i diversi finali, che dipendono sia da quel che abbiamo fatto nel corso del gioco che da alcune scelte che faremo nei momenti conclusivi, sanno essere struggenti o avere un sapore agrodolce.
Tutto questo non sarebbe possibile se non avvenisse in un contesto realistico e convincente, e qui entra in gioco un altro grande pregio dell’opera di CD Projekt RED: un world-building di primissimo livello, capace di donare a Night City la stessa profonda caratterizzazione di cui godono i singoli personaggi. Una città spettacolare, graficamente resa in maniera eccellente e che riesce a stupirci continuamente per i suoi ambienti sia all’aperto, tra alti palazzi e neon notturni, che negli interni, tra bar, laboratori ed abitazioni estremamente dettagliati.Il motore grafico del gioco svolge egregiamente il suo lavoro, con un’ottima resa dell’illuminazione dinamica che rende tutte le atmosfere estremamente convincenti, e nonostante non sia ancora ottimizzato per la nuova console. Questo almeno se giochiamo in modalità “Qualità”, che fissa il frame-rate a 30 fps migliorando la resa grafica; anche in modalità Prestazioni, che mira ai 60 fps abbassando la risoluzione, le visuali sono ottime e la resa grafica generale a nostro parere non perde tutta questa qualità.
Infatti personalmente noi consigliamo di giocarlo in modalità prestazioni per avere i 60fps che fanno letteralmente passare in secondo piano il leggero minor dettaglio grafico (naturalmente noi ci riferiamo su SeriesX).
Una menzione speciale, per quel che riguarda il mondo di gioco, la merita la varietà di personaggi che ne popolano strade e bar: girando per Night City noterete cittadini di tutti i tipi, sempre diversi e impegnati nelle loro attività o che vanno semplicemente a passeggio, con una miriade di “scenette” create ad arte dagli sviluppatori per dare maggior spessore e realismo all’intero mondo di gioco. Eccellente anche il doppiaggio italiano di tutti i personaggi, con voci generalmente sempre adatte alle v

arie situazioni; per assurdo, la voce che ho meno apprezzato è proprio quella di Luca Ward/Johnny Silverhand, troppo “impostata” e spesso inadatta al momento. Sembra di sentir parlare Sam Fisher, più che un vecchio rocker astioso. Inutile dire che la voce originale di Keanu Reeves risulta senza dubbio più adatta e meglio recitata.
Chiudiamo questa carrellata di lati positivi (ce ne sono molti altri, ma questi sono quelli che per me spiccano di più) del gioco con una nota sulla struttura generale delle missioni: il fatto di essere spesso coinvolti da qualcuno che ci chiama al telefono rende lo svolgimento di missioni e storia molto più naturale, rispetto al meccanismo di aprire la mappa, cercare le missioni disponibili e selezionarle; il fatto poi che siano tutte estremamente coinvolgenti ed interessanti fa il resto, coinvolgendoci in maniera quasi assuefante in una sequenza di storie e missioni dalle quali non vorremmo mai staccarci.

…E OMBRE
Anche sul fronte dei lati negativi di Cyberpunk 2077 c’è sicuramente molto da dire anche se, a nostro avviso, non superano né oscurano quelli positivi. Di come il gioco sia malamente ottimizzato per le piattaforme old-gen, soprattutto gli hardware di base, s’è parlato molto, portando addirittura gli store digitali ad offrire rimborsi incondizionati; questo è sicuramente una delusione per un titolo così ambizioso, soprattutto in un mondo in cui esiste un capolavoro come Red Dead Redemption 2, perfetto anche sugli hardware meno potenti.
Ma restando su Xbox Series X, anche qui si notano una serie di problemi che indicano una scarsa rifinitura del gioco: bug frequenti che vedono oggetti sparire dalle mani dei personaggi o fluttuare nell’aria, personaggi incastrati nelle geometrie dell’ambiente o fisica dei veicoli “esagerata”, che causa effetti esilaranti al minimo impatto con un pedone o un altro veicolo. Può poi capitare che determinati controlli rimangano “bloccati” impedendoci di svolgere determinate azioni, soprattutto durante i dialoghi, oppure che i sottotitoli di un personaggio restino “incastrati” restando visibili anche dopo aver lasciato quel personaggio ed essere passati ad altre missioni, costringendoci ad uscire e rientrare dal gioco, ed a proposito di sottotitoli non si capisce perché, per vedere i sottotitoli tradotti di personaggi che parlano lingue straniere (come il giapponese) si debbano tenere attivati sempre tutti i sottotitoli; normalmente se i personaggi parlano una lingua diversa da quella principale, si dovrebbero attivare automaticamente i sottotitoli indipendentemente dalle opzioni scelte.
C’è qualcosa che non va anche nel sistema di “ricercato” del titolo, con i poliziotti che a volte sembrano fin troppo reattivi alla nostra presenza (mi è capitato più di una volta di allarmarli semplicemente camminandogli vicino per strada, dando vita a combattimenti che non volevo scatenare), ed una volta scattato l’allarme iniziano a spuntare da tutte le parti, ma senza inseguirci in auto: basta allontanarsi un po’ dall’isolato per sparire completamente dai loro radar. Parlando di veicoli, ho trovato poi piuttosto scomodo il GPS che indica la strada da seguire sulla mini-mappa, perché le svolte compaiono sempre all’ultimo momento e spesso non si riesce a girare in tempo. Una traccia disegnata direttamente sulla strada in “realtà aumentata” sarebbe stata molto più utile per facilitare la navigazione della città a bordo di veicoli.
Dulcis in fundo, trovandoci in un mondo in cui cambiare parti del corpo e perfino la propria pelle è la norma, ho trovato particolarmente incoerente l’impossibilità di cambiare capigliatura presso un barbiere o anche modificare gli impianti facciali scelti nell’editor iniziale.

GIOCARE ADESSO O ASPETTARE?
Come accennato, per noi i pregi di Cyberpunk 2077 ne superano nettamente i difetti, rendendolo un’esperienza da provare assolutamente (ed una lunga esperienza, visto che se vi impegnerete in tutte le attività secondarie potrete sfiorare le 120 ore, mentre la sola storia principale si completa in circa 30 ore); lo storytelling, la profondità dei personaggi e la splendida ambientazione creati da CD Projekt RED, unitamente a combattimenti funzionali e vari, fanno facilmente chiudere un occhio davanti a tanti difetti che, si spera, verranno limati nei prossimi mesi.
La nostra opinione è quindi che, nel bene e nel male, si tratti di un’esperienza da vivere assolutamente (a meno che non abbiate una repulsione verso i giochi in prima persona, cosa purtroppo non rara), ma vale la pena giocarlo subito, oppure è meglio attendere? Se avete una Xbox Series X (o S, dove il gioco va altrettanto bene al netto di una risoluzione a 1080p) ed amate le ambientazioni sci-fi e cyberpunk, il consiglio è di non attendere e giocarlo impersonando un ruolo specifico, per poi attendere la patch next-gen e rigiocarlo dall’inizio cambiando diametralmente il vostro approccio alle missioni ed alla crescita del personaggio. Se non siete avvezzi a rigiocare più volte i vostri titoli, però, sarebbe un peccato non godervelo nella forma migliore che avrà quando riceverà l’ottimizzazione per le nuove console, ed allora potrebbe valer la pena aspettare. Se invece avete una Xbox One e non prevedete di passare in breve tempo alla next-gen, consiglierei di attendere entrambe le grandi patch correttive (diverse dalle hotfix minori rilasciate finora), così da godervelo nella forma migliore possibile sulla console di vecchia generazione.

 



GIUDIZIO FINALE
Per noi, aldilà delle svariate critiche (anche gravi) che hanno costretto CD PROJECT ad affrontare anche cause legali, CyberPunk rimane un ottimo titolo, che alza l’asticella (al netto di parecchi difetti) dei giochi openworld, inserendo elementi rpg, ottimi dialoghi e un’ambientazione veramente curata e “viva” nella quale difficilmente vi annoierete e che rende l’esperienza di gioco varia e appagante.

 

9.0

Author's rating

Overall rating

Grafica
9.0
Storia
9.0
Gameplay
8.0
Sonoro
10.0
Esperienza
9.0
The good
  • Città di NightCity affascinante
  • Narrazione e doppiaggio
  • Esperienza personalizzabile
The bad
  • IA dei nemici altalenante
  • Ottimizzazione da rifinire
  • Ancora qualche bug di troppo

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